La fame e la memoria

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A cura di Quinto Antonelli e Gianfranco Bettega
Saggi di Fabio Caffarena e Annarita Caputo
Novembre 2008, br. c., in 8°, pp. 182, ill. b.n.

"Gli affamatissimi prigionieri riuscirono a realizzare un testo in grado di contendere all' Artusi la palma del miglior Riccetario di cucina italiana mai scritto fino ad allora" John Dickie

"Tra il dicembre 1917 e il gennaio 1918 il campo di prigionia di Celle, presso Hannover, venne occupato da 2921 graduati italiani, ufficiali e sottoufficiali fatti prigionieri durante la rotta di Caporetto che, dopo giorni e giorni di viaggio, giunti stremati a Cellelagher furono abbondanati a se stessi e dovettero affrontare con mezzi del tutto inadeguati il freddo e la fame.... Così, durante il lungo inverno 1917-1918, i prigionieri passavano i giorni perlopiù coricati, economizzando le energie, aspettando con ansia l'ora della mensa..In altre baracche il gioco quasi saporito di rimemorare i cibi di casa e della vita civile prende letteralmente corpo nei quaderni dei prigionieri. Giuseppe Chioni e Giosuè Fiorentino, ognuno per conto suo, si fanno promotori di una raccolta di ricette interpellando i compagni di baracca. E dallo scambio reciproco di ricordi, rimpianti e desideri come scrive il sottonenete Chioni introducendo il quaderno intitolato all' Arte culinaria, sono nati i ricettari che qui pubblic

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